“Le mondariso in provincia di Pavia hanno costituito, per il loro numero e per le innumerevoli battaglie condotte, una pagina fondamentale della storia del mondo del lavoro. Così come hanno rappresentato per l’economia delle famiglie, e non solo di quelle contadine, un contributo talora indispensabile. La loro vita fu segnata da soprusi e sofferenze. Le mondine dovevano affrontare ogni anno l’incertezza di ottenere un posto di lavoro e con esso un contratto. Quando il lavoro c’era, in cambio di alcune settimane di salario si doveva accettare il distacco dalla famiglia, una lenta trasferta in vagoni merci, le notti da passare in cameroni senza la minima garanzia di dignità. Questa triste migrazione alle risaie ha coinvolto migliaia di donne: quelle provenienti dalle colline dell’Oltrepo, dai comuni del Pavese e delle province limitrofe avevano uno speciale contratto rispetto a chi partiva da lontano, dall’Emilia, dal Veneto e, negli anni sessanta, perfino dal Meridione. Ma il lavoro e la vita, i sacrifici e i disagi erano uguali per tutte. Parte non trascurabile di un vasto movimento bracciantile presente gi alla fine del secolo scorso in provincia di Pavia, le mondine sono presto chiamate a dar prova della loro combattività…”
(Riduz. da “Il silenzio della risaia” di Osvaldo Galli; EMI Editrice in Pavia; 1997. Per gentile concessione dell’autore).